Chi ha fatto i miei abiti? Quanto il mio brand di fiducia rispetta le pratiche sociali e ambientali?
In seguito al crollo del complesso produttivo di Rana Plaza (Bangladesh) il 24 aprile 2013, prende avvio il movimento globale “Fashion Revolution“. L’obiettivo di questa nuova visione del mondo produttivo ha come principale caratteristica quella di promuovere consapevolezza intorno al mondo della moda. La trasparenza diventa uno dei cardini di questo movimento.
Cosa si intende per “trasparenza”?
“La trasparenza è una delle componenti chiave del processo verso una moda più responsabile e più etica”. Possiamo riassumere con queste parole, pronunciate da Marina Spadafora (stilista e coordinatrice italiana di Fashion Revolution), il significato e l’importanza del Fashion Transparency Index 2020.
La trasparenza è molto più della semplice condivisione con il pubblico del lavoro di cui i vari marchi si stanno occupando. Troppo spesso vediamo che questi dichiarano a gran voce i propri valori di marca e i propri progressi positivi, senza però condividere in modo chiaro e onesto l’altra faccia della medaglia (fallimenti, difficoltà).
Fashion Revolution fotografa ogni anno la trasparenza di 250 grandi marchi, accomunati da un fatturato annuo superiore a 400 milioni di dollari in differenti categorie (abbiagliamento sportivo, lusso e commercio al dettaglio), soffermandosi sulle politiche sociali e ambientali attuate. Lo scopo di questo rapporto è quello di mettere in luce le politiche in atto, per migliorare così la situazione produttiva dal punto di vista dei diritti dei lavoratori, degli animali e dell’ambiente. Gli indicatori su cui si focalizza questo rapporto includono: salvaguardia della biodiversità, attenzione al clima, utilizzo di prodotti chimici, auditing della filiera, condizioni di lavoro nei vari Paesi in cui un marchio è presente o produce, benessere degli animali, politiche di genere, regole sul riciclo e riutilizzo.
Trasparenza e indice Index 2020
Il 2020 registra un indice medio del 23%, con un aumento del 2% (200 marchi) rispetto all’anno precedente e del 3% (100 marchi) rispetto al 2017.
C’è ancora molta strada da fare per l’industria del fashion dal punto di vista etico e ciò è di interesse fondamentale per la salvaguardia del pianeta Terra e di tutti i suoi abitanti.